I primi cinque mesi 2024 han visto l’immatricolato dei trattori scendere dalle circa otto mila e 300 macchine del 2023 a circa sei mila e 700 per una flessione superiore al 19 per cento.
Sulla carta un recupero importante rispetto al calo del 25 per cento circa registrato a fine Marzo, ma la realtà che si cela dietro ai numeri è ben diversa e coerente con le previsioni a suo tempo avanzate da Cema, l’associazione europea dei costruttori di settore. A Maggio Cema proponeva infatti indici del clima economico in leggero rialzo ipotizzando la fine del periodo di recessione avviatosi 14 mesi prima.
La stessa Organizzazione però a inizio Giugno ha dovuto smentire se stessa. Nuovi dati non hanno confermato l’andamento positivo precedente, facendo ipotizzare che in realtà il momento di recessione non abbia ancora toccato il fondo. A conferma, i dati nazionali relativi all’anno mobile Maggio 2023-Maggio 2024 che, se confermati, porterebbero il mercato 2024 a chiudere con un volume di poco inferiore alle 16 mila macchine, il volume peggiore del nuovo millennio e anche inferiore alla media di circa 18 mila e 500 macchine/anno che hanno caratterizzato le immatricolazioni dal 2013 a oggi, con le eccezioni del 2017, anno in cui entrò in vigore l’attuale normativa europea costringendo le Case a immatricolare i trattori non in linea ancora a magazzino, e i due anni 2021 e 2022 in cui il mercato fu drogato da aiuti governativi decisamente generosi.
Quegli stessi cui si può tranquillamente imputare l’attuale crisi che, probabilmente, perdurerà fino a fine 2024, quando dovrebbero cominciare a scadere i leasing contratti nel 2021. Per qualche mese ancora i Costruttori dovranno quindi stringere i denti, accettando l’idea che “non può piovere sempre” e quando tornerà il sereno i primi a raccogliere saranno quanti avranno seminato investendo su se stessi in termini di innovazione e promozione. In tabella, i dati relativi ai più importanti protagonisti del mercato italiano e, per ciascuno, l’andamento rispetto ai primi cinque mesi 2023. In termini di volumi soffre più di altri John Deere che lascia sul campo oltre 410 macchine, ma flette in misura pronunciata anche Fendt con circa 240 macchine.
Landini cede circa 150 macchine, Deutz-Fahr circa 140, mentre Kubota, Lamborghini, Massey Ferguson, Same e
Valtra viaggiano fra gli 80 e i cento pezzi in meno. In netta controtendenza grazie ai loro rapporti prezzi/prestazioni decisamente concorrenziali i marchi asiatici Solis e Vst, oltre a Case Ih che immatricola ben 42 trattori in più rispetto ai cinque mesi dell’anno precedente. Stabili McCormick, Claas e Steyr. Fra i costruttori specialistici da segnalare il forte calo di Antonio Carraro con quasi 240 macchine, la flessione dei tre marchi facenti capo al gruppo Bcs per circa 115 trattori e la contrazione di Keestrac-Goldoni, brand che in tempi recenti ha assunto la posizione di importatore dei trattori asiatici Tym.
Titolo: Il profondo rosso del mercato
Autore: Furio Oldani